mercoledì 14 maggio 2008

IL CAMMINO DELLA FOLLIA - Mio commento.


il cammino della follia - L'Italia vista dagli italiani - blog LA7.it

IL CAMMINO DELLA FOLLIA

Scritto da WING125 Il 13/05/2008
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Ho conosciuto molti malati di mente; persone, ognuna col suo problema, avvolte nell’aura dell’aspettativa sociale, che tutto uniforma. Eppure, posso raccontare molte cose. Ho il ricordo, il caro ricordo, di molti matti. Di Cornelio, madre alcolista e padre psicotico manicomiale; fragile, incapace di sopportare l'angoscia che ormai faceva parte di lui; Cornelio , ferito a morte dal sadico nichilismo della madre , incapace di rapporto col padre, ex paracadutista e ragazzone enorme, non era capace di violenza; ognuno di noi, di fronte ad una simile sofferenza, avrebbe fatto sfracelli; lui no, era tenero, dolce; quando stava male, be’, non perdeva la sua umanità, anzi; io, al tempo, lavoravo in turno con mia moglie, piccola, minuta; eheh, lui, la chiamava calimero, e parlava con orgoglio della sua moto, una vecchia suzuki smontata che teneva in garage; mai ebbi l’impressione che lui avrebbe potuto fare della sua sofferenza un’arma contro qualcuno, mai. Ci siamo visti in spdc, quando era ricoverato; poi, nel tempo, ci siamo persi di vista , e ho saputo che si è gettato due volte dal balcone; la seconda è stata l’ultima. Grande uomo. Ma non tutti erano come lui; la malattia di mente, non stravolge l’indole; chi è cattivo, lo rimane; ma chi è buono, se lo sai interpretare, mai fa del male se non quando non comprendi che in quel momento sta male, non è in grado di capire. Ne avrei, da raccontarvi; un ragazzo, dal nome importante, un altro bravo ragazzo; la sua vera disgrazia era che egli non appariva matto, come purtroppo invece era , e sapeva voler bene, eccome; ma, dopo qualche tempo, ogni ragazza che gli corrispondeva era costretta ad allontanarsi da lui, era troppo grande, troppo incomprensibile la sofferenza; e lui, ogni volta rinnovava il dolore dell’abbandono; ed allora si armava di armi giocattolo, e tentava di sopravvivere vestito da rambo; un rambo alto, grosso, col cuore di un fanciullo; è riuscito a farsi sparare perfino da una pattuglia, per fortuna è stato solo ferito. E margherita, il donnone laido all’aspetto e virago nelle crisi, ma tenerissima madre, che stava male ogni volta che la vita gli rendeva la sua incapacità di assistere la figlia poco più che bambina. Brutta malattia, quella di mente; e la giovane, bellissima Nadia, che viveva solo se amava, come unico modo di trovare la vita; fino a che l’angoscia non l’ha spinta giù dal palazzo, in un volo più rassicurante del quotidiano. Ma non voglio rattristarvi troppo con queste vicende; ti rimane, forte, il ricordo di uomini coraggiosi, che hanno combattuto l’impossibile battaglia contro la follia, trovando in quella sofferenza la loro parte migliore, la propria e più autentica umanità. Per loro, bisogna ammettere che oggi si trascura la pericolosità di molte situazioni; molti malati cronici vengono lasciati oggi alle famiglie, in una condizione che distrugge tutti e lascia solo macerie. Certo, non si può, non si deve tornare ai manicomi, no. Ma qualche rispetto in più per quelle sofferenze, si deve. saluti


# 7 - Commento di Inenascio Padidio:

Salve Wing125! Complimenti per questo articolo, dal titolo suggestivo. «Il cammino della follia», mi ricordo il primo volume di filosofia a cui mi dedicavo nell’anno 1956, nel triennio della mia formazione di operaio compositore tipografo: il titolo già allora mi affascinava: «Il cammino del pensiero». Avevo 17 anni.
Questa sera mi sono connesso al nostro forum ATTUALITÀ. Avendolo trovato indisponibile mi sono affacciato qui sul blog e sull’articolo, quasi quasi mi aspettavo che nella tua casistica dei malati mentali conosciuti, avessi accennato anche di me.
Non lo hai fatto, e per questo ho deciso di commentare.
Voglio trattare 2 dati di fatto.

1) Lo psichiatra parlamentare Franco Basaglia, con il noto provvedimento di legge, ha rimediato alla massima crudeltà praticata nella società italiana del suo tempo, consistente nel fatto che:
«Chi non HA non È e, quando dà fastidio, facilmente finisce in manicomio, oppure in carcere».
Questa è la grande battaglia di civiltà vinta da Basaglia. Il negativo rovescio della medaglia che lo Stato ha poi scaricato sulle famiglie tutta la gestione dei “malati mentali”, fa parte dell’ordinaria inadeguatezza statale, dovuta alla mancanza di risorse finanziarie per il pesante fardello del debito pubblico. Poi nelle famiglie subentra il pregiudizio della vergogna e il malcapitato viene abbandonato a se stesso, con tutte le nefaste conseguenze da te accennate; spesso però si sfocia anche in dolorosissime e agghiaccianti stragi, nella famiglia e fuori di essa.

2) Tu, Wing125, dovresti conoscere tutta la mia vicenda che vivo dal 3 marzo 1994 quando, in seguito ad una banalissima lite nella mia famiglia di origine, per squallidi motivi di interessi ereditari, da parte dell’unica mia sorella, spalleggiata da un mio fratello più piccolo. Gli unici ricchi della famiglia; ricchezza dovuta a favorevolissime circostanze che noialtri 4 fratelli tutti ebanisti falegnami ed io tipografo, non avevamo avuto.
La mia sorella MARIAGRAZIA era denominata da mia madre: “Pubblico ministero” e mio fratello CIRO: “Giudice istruttore”. Così, quando io nella lite simulai “Psicosi delirante”, questi 2 familiari, a mia insaputa, riferirono allo scienziato di fama nazionale, Chiar.mo Prof. Vincenzo Bonavita, questi immediatamente (senza alcun controllo psichiatrico) redasse un terribile certificato di essere io
«… affetto da “Psicosi delirante” e necessita in atto di trattamento psichiatrico obbligatorio, essendo pericoloso per sé e per gli altri».
A detto certificato allegò un’allucinante terapia a base massiccia di HALDOL.
Il fratello CIRO, con la moglie GRAZIA, mi offrirono Lit. 50 milioni, dei quali circa il 50% occorreva per 30 gg. di terapia intensiva nella clinica dell’insigne neurologo.
La generosa offerta era condizionata al fatto che io mi decidessi a dare il consenso entro 7 ore. Al che opposi un netto rifiuto.
Pensai di adire le vie legali con la richiesta che il Professore mi doveva favorire interamente tutto il proprio patrimonio, essendomi rivelato io un attore che interpreta un soggetto affetto da “Psicosi delirante”, raggiungendo la Verità dell’interpretazione.
Così dal 3/3/1994 sono rinchiuso, non in “manicomio pubblico”, impossibile ad entrare, grazie a Basaglia, ma in “manicomio privato”, con la perdita degli affetti familiari della moglie Annamaria, deceduta il 18/11/1997 e delle figlie VALERIA, CINZIA e LINDA, deceduta quest’ultima il 24/12/2007, all’età di 40anni meno 7 gg, essendo nata il 1/1/1968.

Egregio Wing125, da questo blog, t’invito ad approfondire questa mia vicenda in Forum ATTUALITÀ, affinché sia riconosciuto il mio DIRITTO SOGGETTIVO ASSOLUTO del riconoscimento della inusitata realtà che è VERO e FALSO, nello stesso tempo, essere io persona affetta da “Psicosi delirante”, per l’edificazione di un mondo migliore, dove nessuno imporrà più niente a nessuno.

scritto da Inenascio Padidio il 13/05/2008




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